U2, How To Dismantle An Atomic Bomb (2004)

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1…  2… 3… 14… !

come è stato giustamente scritto, “la matematica applicata al rock & roll”

partenza folgorante, pare che i ragazzi abbiano ritrovato un po’ di verve

e, a dirla tutta, già con un paio di pezzi del 2002, electrical storm e the hands that build america, si era capito che le cose giravano bene

in tempi cupi come questi hanno dichiarato di voler fare una musica che faccia sognare: miracle drug, e dite se non fa sognare

city of blinding hearts, “oh you look so beautiful tonight”, ruffiana quanto basta e perfetta per uno stadio (“oh siete così belli stanotte”…)

all becouse of you ha un riff sentito mille volte, ma tira, tira…

a man and a woman, fate finta che non siano gli U2 (a loro chiediamo di più), e scoprirete che questa è una canzone graziosa

crumbs from your table, un marchio di fabbrica

hanno creato un marchio di fabbrica, imitato innumerevoli volte, solo che loro ogni tanto si divertono a romperlo

così, più che nella conclusiva yahweh, cercate il loro futuro nella b side fast car (hanno registrato parte del loro nuovo disco in marocco…)

certo i loro figliocci radiohead, e ancor più coldplay, vanno oggi per la maggiore, però… che meraviglioso viaggio è stato fin qui…

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SANTANA, Borboletta (1974)

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Chiude magnificamente la trilogia più raffinata del baffuto chitarrista, iniziata con Caravanserai e proseguita con Welcome.

Un paio di episodi scivolano in quello che allora si chiamava easy listening, seppure di classe, ma tutto il resto è veramente oro che luccica.

Strepitoso l’assolo di Carlos su Promise Of A Fisherman.

Classe da vendere, fin dalla copertina.

U2, All That You Can’t Leave Behind (2000)

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i ragazzi sono ormai diventati uomini di mezza età, uomini più che appagati

ed ecco che la passione, al di là delle dichiarazioni di rito, inizia a scemare

d’altronde hanno portato i loro suoni fino alla massima estensione, non gli resta che fare musica come in questo momento gli riesce

per la verità – ma questo è solo un dato tecnico – la scelta di registrare in digitale non li aiuta molto: il digitale ripulisce il suono ma toglie profondità, proprio a loro che hanno saputo costruire come pochi su certe atmosfere…

però walk on ha una gran bella melodia, ed è difficile trattenersi dal cantarla e sorreggere l’ugola del cantante, che è ormai vistosamente usurata…

kite si ascolta volentieri, wild honey non è nulla di che rispetto al loro standard, ma l’avrebbe cantata bene john lennon

deve arrivare new york perché li si riconosca per quello che sono (questa l’avrebbe cantata bene lou reed, “santo patrono” della città in questione…), ma il disco è già alla fine

chiude grace

” e quando lei cammina per la strada

puoi sentire suonare i violini

grace trova il buono in ogni cosa

grace tira fuori la bellezza

dalle cose brutte”

un tocco di poesia, trattenuta

ritorno a sentire il primo pezzo, da manuale comunque

bella giornata, lo è stata anche per me, mi capita di rado

yes, it was a beautiful day…

SANTANA, Lotus (1974)

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Triplo LP dal vivo (doppio cd nell’edizione compact disc in mio possesso). Band stellare e lui è ai suoi massimi livelli. Lo sentiamo benissimo, in quanto la sua Les Paul nel mix è tenuta molto alta di livello, forse anche troppo.

Nel riff di Samba De Sausalito Carlos manca di beccare una nota (a noi, che non ne perdiamo nessuna delle sue, nulla scappa…), ma è peccato veniale, perdipiù, coraggiosamente, non corretto in studio.

A detta di molti, il suo miglior album live, e siamo d’accordo.

SANTANA, Welcome (1973)

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Fin dalla grafica, un disco raffinatissimo.  Sarebbe da ascoltare in smocking, sorseggiando brandy d’annata.

In Yours Is The Light uno dei suoi migliori assoli di sempre.

Ci pensa poi Flame-Sky, in accoppiata con John McLaughlin, a rinverdire i fasti di Love Devotion Surrender, pubblicato solo qualche mese prima. E qui, a sentire i soli dei due giganti, ci si lecca i baffi.

Si conclude, in estasi, con il brano che dà il nome all’album, a firma John Coltrane.

SONIC YOUTH, Bad Moon Rising (1985)

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D’accordo, è roba un po’ dura da ascoltare, ma dà le sue soddisfazioni. Comunque il disco è registrato meglio rispetto al precedente Confusion Is Sex, e questo già aiuta.

L’unica “canzone” è Death Valley, ’69 con ospite Lydia Lunch.

Molti denigrano gli anni ’80, ma anche perché i loro ascolti probabilmente non si estendono a generi come il metal o il noise, che lì le cose belle ci sono, eccome…

CREAM, Disraeli Gears (1967)

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Anche più psichedelico del primo lavoro. Poi, con un pezzo in scaletta come Sunshine Of Your Love, hai già vinto a mani basse.

Curiosità: nella edizione in cd in mio possesso c’è una foto nella inlay card interna con il gruppo che attornia la chitarra di Clapton e il basso di Jack Bruce, ed entrambi gli strumenti sono dipinti. La chitarra è la mitica “The Fool”, ed ha una storia molto avventurosa. Ulteriore curiosità: se andate nel negozio/museo di Piepaolo Adda a Verona, ne potete vedere un’intrigante copia.

U2, The Million Dollar Hotel – Music From The Motion Picture (2000)

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è arrivato il nuovo millennio

anche se presenti al completo solo in un paio di brani, occorre parlare di questo disco

due brani, ma che brani! se the ground beneath her feet è un gran pezzo, stateless è magnifica, provare per credere

il disco è la colonna sonora del film omonimo, soggetto di bono, diretto da wim wenders, sorta di alter ego cinematografico del gruppo

bono ha messo un po’ troppa carne al fuoco: alienazione, amore, morte, suicidio, arte e mercato… (niente paura, è un difetto in cui incappano tutti gli esordienti)

ma la colonna sonora è un gran bel sentire, never let me go ad esempio

milla javovich, la sua intrigante voce rivisita satellite of love di mastro lou reed

appare anche sullo schermo (meglio la donna dell’attrice, se mi è concesso)

CREAM, Fresh Cream (1966)

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Se in una band ci sono tre persone e una di queste è Eric Clapton, vuol dire che si parte già bene. Poi alla batteria c’è Ginger Baker, uno che nel colpire le pelli ha una sua singolarità non indifferente… Si sfoga alla grande nella conclusiva Toad, ed è uno dei rari assoli di batteria che mi piacciano.

E’ di sicuro un grande inizio per un gruppo esordiente, ma poi i tre faranno di meglio…